Tatuaggi proibiti in Giappone, ma come mai?

Se a qualcuno è mai capitato di visitare il Giappone o solamente di aver letto o ascoltato notizie in merito, sicuramente di qualcosa è a conoscenza circa il rifiuto della cultura giapponese per i tatuaggi.

Quella della comunità giapponesi è una vera e propria discriminazione per chi ha dei tatuaggi e vorrebbe esibirli in pubblico. In molti luoghi come spiagge, piscine, edifici pubblici ci sono anche cartelli che indicano che è severamente proibito entrare per chi ha tatuaggi in bella vista. 

Questo non vuol dire che in Giappone nessuno si tatua. Esistono personalità vip giapponesi che hanno tatuaggi così come giovani che adorano il tatuaggio per la sua bellezza estetica e non per ciò che rappresenta nell’immaginario collettivo dei giapponesi. 

Ma nonostante qualcuno voglia uscire da questa associazione del tatuaggio a qualcosa di negativo, le cose sembrano non voler cambiare. La corte di Osaka ha già messo al bando tutti gli studi dei tatuatori che sono considerati fuori legge. In Giappone può operare sulla pelle con colorazioni solo un medico. 

Ma perché questa considerazione dei tatuaggi? In pratica in Giappone tutti i membri dell’organizzazione Yakuza, la mafia giapponese, hanno innumerevoli tatuaggi. Il tattoo è diventato simbolo di appartenenza a questa vita malavitosa. Inoltre, un altro elemento di negatività è legata alle antiche usanze di marchiare i criminali con tatuaggi che potessero rendere ben visibili a tutti e per tutta la vita i crimini dei quali si erano macchiati. 

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